COS'E'
La mescalina è il maggior principio attivo
presente in diverse specie di cactus dell' America latina (Lophophora
Williamsii, S.Pedro, ecc.), dopo la sua estrazione, cominciò ad
avere una vita propria: fu infatti il primo allucinogeno isolato in laboratorio.
Per questo motivo risulta ancora oggi tra i più conosciuti e per
diverso tempo si è ricorsi a paragoni con esso per misurare la
potenza di altri allucinogeni (esempio:4 volte più intenso della
mescalina).
Normalmente la mescalina che si trova sul mercato è sintetica (prodotta
in laboratorio); si presenta sotto forma di polvere, liquido, di sale
o cristallo. Il suo colore tende ad essere chiaro: bianco o marrone.
La mescalina appartiene ad un insieme di sostanze complesse sia per quanto
riguarda la storia, che per l'uso e gli effetti: gli psichedelici.
Il termine psichedelico, cioè "che manifesta la psiche",
fu coniato dal ricercatore Osmond nel 1956 e divenne di uso comune a metà
degli anni '60, anche se queste sostanze vengono comunemente chiamate
allucinogeni. Si distinguono tre categorie:
- sostanze naturali (esistenti in natura) come funghetti, peyote, salvia
divinorum;
- semisintetiche (presenti in natura ma modificate in laboratorio) come
l'LSD;
- sintetiche (costruite interamente in laboratorio) come ketamina, mescalina
di sintesi ecc.
La particolarità di queste sostanze non sta tanto nella loro tossicità
fisica, quanto nell'imprevedibilità dei loro effetti psicologici:
l'esperienza psichedelica è estremamente delicata da trattare in
un materiale informativo e, ancor di
più, da affrontare in prima persona.
In questo senso, prima di concludere questa modesta introduzione, desideriamo
sottolineare l'importanza di quei fattori che stanno alla base dall'andamento
di un'esperienza psichedelica: sostanza, set, setting e sitter.
Per sostanza si intende sia la qualità (principio attivo e taglio)
sia la quantità (dosaggio).
Il set è il nostro mondo interiore e comprende sia la situazione
psicologica e lo stato d'animo del momento presente, sia tutte le esperienze
e i ricordi (anche rimossi) del nostro passato. L'uso di psichedelici
coinvolge e amplifica tutti gli aspetti del nostro universo interiore
e risulta perciò evidente che anche una situazione che viviamo
come stressante o negativa possa influenzare enormemente un'esperienza
con sostanze psichedeliche.
Il setting è l'ambiente in cui questa esperienza avviene, esso
ha una forte influenza, perché chi assume allucinogeni diventa
molto sensibile agli stimoli esterni. Il setting comprende sia lo spazio
fisico, e quindi il luogo scelto, che le
persone con le quali si decide di sperimentare una determinata sostanza.
La presenza di una persona che non assuma la sostanza e che possa accompagnare
e rassicurare (qualora ce ne fosse il bisogno) chi invece sceglie di farne
uso è altresì un importante consiglio di riduzione del danno.
Questa persona (sitter) può rivelarsi di grande aiuto nel caso
in cui qualcuno si dovesse trovare in situazioni difficili da gestire
o di estrema pericolosità per se stesso o per altri individui.
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STORIA
La storia della mescalina è logicamente molto legata alla storia
del cactus da cui deriva: il peyote (Lophophora Williamsii). Pianta allucinogena
originaria del nord del Messico, utilizzata sin dall'antichità
dalle popolazioni autoctone.
L'Europa deve una sua prima descrizione a Francisco Hernandez (1577),
medico presso la corte di Filippo II re di Spagna, che ne descrive gli
effetti divinatori, ma anche quelli antidolorifici.
I primi a studiare approfonditamente, sia chimicamente che farmacologicamente
il peyote, furono due scienziati: Heffner e Spath.
Heffner alla fine dell' 800 isolò dal cactus diversi alcaloidi,
tra cui il principale risultava la mescalina, responsabile della componente
psichedelica del peyote.
Nei primi anni del ventesimo secolo H. Spath dimostrò che la struttura
chimica della mescalina è la "3,4, 5-trimetossifeniletilammina"
e nel 1919, fu anche in grado di produrre l'alcaloide per sintesi chimica.
La mescalina è stata il primo allucinogeno ad essere isolato in
forma chimicamente pura ed ha permesso ai farmacologi di produrre e studiare,
per la prima volta ed in modo dettagliato, il fenomeno delle allucinazioni
visive.
La mescalina ha un'attività tossicologica simile a quella prodotta
nell'uomo dalle amfetamine e si può includere nel gruppo delle
sostanze Adrenalino-simili.
Per la sua spiccata attività psicotropa, ha spinto molti chimici
alla preparazione di numerosi derivati sintetici, ad esempio la DOM, una
potente sostanza sintetica che unisce, a certe dosi, la componete allucinatoria
a quella amfetaminica.
Nel 1953 A. Huxley incominciò una sperimentazione con psichedelici,
la prima fu appunto il solfato di mescalina. Iniziò così
una serie di sperimentazioni di ampliamento della coscienza, per mezzo
di allucinogeni, tese non tanto ad una fuga dalla realtà, ma alla
costruzione di un pensiero filosofico differente. Con i suoi due libri:
Le porte della percezione e Paradiso e Inferno, Huxley divenne tra gli
ispiratori della contestazione e dei movimenti giovanili del '68.
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EFFETTI
FISICI
Gli effetti della mescalina si possono manifestare
45 minuti dopo l'assunzione e durare fino a 12 ore; dapprima sopraggiunge
un forte senso di nausea seguito da vertigini e vomito, questa situazione
può continuare per un'ora per poi calmarsi e dare spazio ad una
fase muscolo-otensiva del collo e della mandibola. Si verifica una forte
salivazione e i sintomi della fame, della sete e della fatica scompaiono
rapidamente.
EFFETTI PSICOATTIVI
Dopo 1-2 ore dall'assunzione, si presentano i primi effetti allucinogeni
reali (visivi ed auditivi), accompagnati da euforia.
Si ha un' allargamento della pupilla, che dà la sensazione di un'acutizzazione
visiva: si riescono a percepire meglio le figure, i loro contorni e i
particolari infinitesimali.
L'azione della mescalina interagisce con il nervo ottico e provoca il
verificarsi del fenomeno dei fosfeni: proiezioni della reticola della
retina (si manifestano come geometrie sospese all'interno del campo visivo).
Infine si diffonde un senso di forte rilassatezza nell'individuo, che
lo porta ad una dimensione introspettiva, contemplativa ed empatica verso
il prossimo.
Come spesso accade esistono differenze tra la sostanza presente in natura
(in questo caso la mescalina del peyote) e la sua corrispettiva sintetica:
infatti la presenza di altri alcaloidi nella pianta, farebbe variare la
complessità psicologica dell'esperienza.
La discesa è, come in tutte le sostanze, una parte importante dell'esperienza:
un momento di transizione difficile da gestire. E' importante concedersi
il tempo per superarla, senza cimentarsi in attività che richiedano
un particolare livello di attenzione.
L'esperienza con la mescalina presenta notevoli problemi di gestione psicologica,
una difficoltà che bisogna tener presente prima di cimentarsi nell'assunzione.
Il rischio maggiore in cui si può incappare con la sua assunzione
è la slatentizzazione di psicosi sepolte; infatti, in una fase
di esplorazione personale, si possono sondare parti di sé, che
forse non siamo ancora in grado di affrontare.
Le sensazioni che si provano potrebbero trasformarsi in visioni terrificanti,
facendo scaturire nell'assuntore: crisi d'ansia, paure, tachicardia ed
attacchi di panico. È importante, in questi casi, stare vicini
alla persona che sta male e rassicurarla. La mescalina non porta ne a
dipendenza nè ad un fenomeno di tolleranza, ma è da rilevare
la pericolosità di una cronicizzazione del consumo, infatti è
stato osservato che porta alla comparsa di disturbi epatici, anoressia,
astenia e deperimento fisico.
RISCHI A MEDIO E LUNGO TERMINE
Pur non essendo dimostrati danni cerebrali permanenti causati dall'uso
di psichedelici, i rischi a lungo termine sono legati all'eccessiva frequenza
di assunzione. Soprattutto (ma non solo) per quanto riguarda soggetti
giovani, che non hanno ancora completato i processi di maturazione psicologica,
l'uso di queste sostanze può compromettere significativamente l'equilibrio
psichico, scatenando: depressione, insonnia, psicosi e disturbi paranoici.
BAD
TRIP
E' uno dei rischi maggiori di un'esperienza con allucinogeni e le cause
possono essere diverse: dosaggio eccesivo, mix con altre sostanze, set
e setting inadeguati.
In una prima fase possono manifestarsi stati ansiosi e angoscia, che possono
essere superati o sfociare in crisi di panico e psicosi.
Nella maggior parte dei casi al cessare degli effetti della sostanza assunta
scompaiono tutti i sintomi del bad trip, anche se possono permanere difficoltà
nell'analizzare con lucidità l'accaduto.
Se stai facendo un brutto viaggio, cerca di rilassarti ed accetta lo sviluppo
dell'esperienza e la relativa modificazione del tuo stato di coscienza.
Ricorda che ciò che sta succedendo è provocato da una
sostanza... perciò passeggero!
Se un tuo amico sta avendo un brutto viaggio rimani calmo, fai il possibile
per rassicurarlo e accompagnalo in un angolo tranquillo e ben areato.
Cerca di capire in che stato si trova e di "leggere" le sue
reazioni: qualsiasi gesto (anche se in buona fede) può essere sentito
come invasivo.
Se chi è in bad trip non riesce a contenersi e rischia di far male
a se stesso o ad altri, chiama il 118. Il personale specializzato è
in grado di intervenire.
ATTENZIONE!!!
A volte le sostanze intervengono su problemi già esistenti nella
psiche, in questo caso il bad trip non si risolve una volta esaurito l'effetto
dell'allucinogeno, ma continua scatenando problemi duraturi, come angosce
difficilmente controllabili, fobie, e vere e proprie psicosi. In queste
situazioni è assolutamente necessario consultare un professionista.
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TUTELATI,
RIDUCI IL RISKIO!
·
Non assumere mescalina se hai disturbi fisici o psichici.
· Se hai deciso di prendere mescalina, fallo con gente di cui ti
fidi e in un contesto rassicurante. Una persona fidata e lucida che ti
affianca nel "viaggio" può aiutarti a superare eventuali
momenti difficili.
· Non mangiare 2 ore prima e 2 ore dopo l'assunzione, questo per
evitare sorprese sgradite.
· Evita di mixare mescalina con altre sostanze, soprattutto con
alcol. Aumentano esponenzialmente i rischi.
· Ricorda di procedere con assunzioni minime, per capirne meglio
gli effetti ed arginarne i rischi.
· Se gli effetti non si fanno sentire, aspetta prima di assumerne
ancora, la salita a volte dura più del previsto.
· Evita situazioni che richiedano concentrazione o responsabilità,
come guidare, nuotare o correre, e ambienti che possano risultare rischiosi
anche solo per la presenza di finestre o rampe di scale.
· Se senti sensazioni spiacevoli o ansia cerca di stare tranquillo
e non farti prendere dal panico, prova a rilassarti e lascia che gli effetti
facciano il loro corso. Più provi a "controllare" il
viaggio più rischi di entrare in bad trip. Lasciati andare e aspetta
che il viaggio finisca, assieme al viaggio finirà il bad trip.
· Quando arriva la discesa, riposati, distenditi e mangia prodotti
che contengano zucchero e vitamine.
· Evita di ripetere l'esperienza prima di alcune settimane (almeno
un mese). Farne uso troppo frequentemente attenua gli effetti ed aumenta
i rischi.
·
Se qualcuno sta avendo un bad trip (brutto viaggio) cerca di fare il possibile
per calmarlo e rassicurarlo senza essere troppo insistente (ogni tuo gesto
può essere interpretato male). Ricordagli che gli effetti della
sostanza sono destinati a finire e non esitare a chiamare un medico nel
caso in cui le condizioni non migliorino. Solo i medici possono somministrare
farmaci che consentono una rapida discesa degli effetti.
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COSA
DICE LA LEGGE
La normativa vigente vieta l'uso di sostanze stupefacenti differenziando
le situazioni di uso personale e di cessione a terzi/spaccio con articoli
diversi.
L'art.
187 del Codice della Strada regola la Guida sotto l'influenza di
sostanze stupefacenti:
È vietato guidare in condizioni di alterazione fisica o psichica
correlata con
l'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope. Gli organi di Polizia Stradale
possono effettuare accertamenti preliminari non invasivi o prove, anche
attraverso apparecchi portatili su tutti i conducenti, allo scopo di accertare
l'eventuale uso di sostanze stupefacenti. Se gli accertamenti preliminari
risultano positivi o se gli agenti hanno motivo di ritenere che il conducente
si trovi in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti,
possono accompagnarlo presso strutture sanitarie, fisse o mobili, per
far
sì che un medico li sottoponga ad esami successivi (prelievi di
sangue o
urine) per accertare la presenza di sostanze stupefacenti. All'accertamento
della guida sotto l'influenza di sostanze stupefacenti, ove non costituisca
reato più grave, il Tribunale irroga le seguenti sanzioni: arresto
fino ad 1
mese ed ammenda da 258 a 1032 euro; con l'eventuale sanzione
amministrativa accessoria di sospensione della patente da 15 gg. a 3 mesi.
In caso di rifiuto a sottoporsi agli esami (sia di screening che ospedalieri)
il conducente viene considerato come fosse positivo, quindi sottoposto
alle
medesime sanzioni. La guida sotto l'influenza di sostanze stupefacenti
o
il rifiuto di sottoporsi agli esami comportano una sottrazione di 10 punti
dalla patente del conducente e l'eventuale sanzione amministrativa accessoria.
Per chi consegue la patente dopo il 1° Ottobre 2003 (esclusi quanti
siano
già titolari di altra abilitazione alla guida di categoria B o
superiore) i
punteggi saranno decurtati in maniera doppia per i primi 3 anni dal rilascio
della patente.
ART. 75
Il possesso di sostanze stupefacenti per uso personale è configurato
nell'art.
75 del D.P.R. 309/90.
Essere fermati dagli organi di Polizia Giudiziaria con dello stupefacente
costituisce un illecito amministrativo (non quindi un reato, di competenza
della Procura della Repubblica e che va a "segnare" la fedina
penale della
persona), che comporta delle sanzioni. La natura delle sanzioni è
afflittiva
e va ad intaccare l'autonomia personale e lavorativa della persona con
la
sospensione dei documenti del singolo per un periodo di tempo (validità
per l'espatrio della carta d'identità, patente di guida, passaporto,
porto
d'armi). La durata della sospensione dipende dalla natura degli stupefacenti
sequestrati (per i cannabinoidi da 1 a 3 mesi, per tutte le altre sostanze,
dagli oppiacei alle metamfetamine, da 2 a 4 mesi) e dal numero di violazioni
nel quale si è incorsi.
Quando una persona viene fermata gli organi di Polizia Giudiziaria operanti
effettuano una perquisizione ai sensi dell'art.103 del D.P.R. sopra citato.
Contrariamente a quanto si crede, gli agenti hanno facoltà di operare
la
perquisizione (personale, veicolare, domiciliare) in qualsiasi momento
lo
ritengano opportuno anche senza il mandato, proprio per assicurare la
tempestività dell'azione, che verrà comunque convalidata
dall'Autorità
Giudiziaria competente.
Al momento del fermo verranno redatti dei verbali (ispezione e controllo,
contestazione, scheda notizie della persona fermata) che il segnalato
dovrà
leggere, firmare e ricevere in copia, tranne che per la scheda notizie.
È
importante rendersi conto di quanto si sta sottoscrivendo perché
il verbale
"fotografa" la situazione. Se ci sono elementi che la persona
fermata non
condivide, ha diritto di non firmare e di prenderne comunque copia, per
fare eventualmente un ricorso entro trenta giorni dalla data del fermo.
Il
ricorso va indirizzato al Prefetto del luogo dove si è stati sorpresi
con dello
stupefacente; lo stesso Prefetto è competente ad irrogare le sanzioni
di cui
prima si accennava tramite il N.O.T. (Nucleo Operativo Tossicidipedenze).
Tutto l'incartamento riguardante la persona fermata viene trasmesso da
chi ha effettuato la segnalazione al N.O.T. che provvederà, tramite
raccomandata A.R. indirizzata al segnalato (se maggiorenne) oppure a
questi ed ai suoi genitori (se minore), a convocarlo per un colloquio
in
Prefettura. Tale incontro servirà a chiarire il motivo che ha determinato
la
scelta di acquistare dello stupefacente, andando a toccare in breve vari
aspetti della vita della persona convocata per determinare l'esito dell'incontro.
ART 121
Se nel corso del colloquio non viene ritenuto opportuno applicare le sanzioni
prima illustrate o avviare la persona ad un programma terapeutico, un
iter
socio-riabilitativo da effettuare al Ser.T., Servizio pubblico per le
Tossicodipendenze competente per territorio, la persona viene invitata
formalmente a non fare più uso di stupefacenti (il cosiddetto ammonimento)
e viene segnalata ai sensi dell'art. 121 al SER.T. (il servizio prima
ricordato).
La persona incorre nello stesso art. 121 se viene fermata appena dopo
aver
consumato sostanze che però non divengono oggetto di sequestro,
se
rende dichiarazioni in tal senso a chi ha operato il controllo di Polizia,
o se
incorre in un episodio di overdose.
ART
73
Rientra in questa fattispecie chiunque venda degli stupefacenti o ne ceda
gratuitamente a terzi, incorrendo in tal modo in un reato, punibile con
una
condanna penale. Le affermazioni rese a chi controlla possono dare adito
ad una accusa di spaccio, nel caso si indichi nella persona con la quale
si
viene fermati colui che ha fornito materialmente lo stupefacente.
In questo caso il fornitore risulta lo spacciatore e l'altro viene segnalato
per
uso personale. Per essere accusati di spaccio possono tuttavia intervenire
altri fattori, quali il possesso di somme di denaro non giustificabili,
di un
bilancino di precisione, o di uno stupefacente suddiviso in dosi.
UFFICIO
N.O.T.
L'art. 75 comma 6 del D.P.R. 390/90 prevede la costituzione di Nuclei
Operativi Tossicodipendenze (N.O.T.) che svolgono l'attività colloquiale,
con la finalità di indirizzare il più possibile verso attività
di recupero. Si cerca
di comprendere le ragioni che sottendono l'uso di stupefacenti, nel tentativo
di individuare le strategie utili a prevenire ulteriori violazioni. Il
colloquio
diviene pertanto contestualmente un'occasione informativa sulla norma
giuridica e circostanza tesa all'attivazione di capacità critiche
ed
autoresponsabilizzanti. L'ufficio ricopre così un ruolo di osservatorio
privilegiato perché primo momento di contatto con l'utenza rispetto
ai
servizi sul territorio ai quali, tramite il lavoro di rete, ci si rapporta
segnalando
le situazioni più critiche rilevate. Pertanto il colloquio al N.O.T.
costituisce
una fase delicata del processo di avvicinamento al ragazzo e alle sue
problematiche. Il N.O.T. viene costituito nella Prefettura (ora denominata
Ufficio Territoriale del Governo) di Reggio Emilia nel Febbraio1993, si
avvale
di un assistente sociale coordinatore, di due coadiutori amm.vi contabili
a tempo parziale. Oltre all'attività colloquiale, vengono redatte
statistiche
annuali di natura sociale, si lavora in collaborazione con i servizi del
territorio,
il Privato Sociale, le associazioni istituzionali e di volontariato, le
Forze
dell'Ordine.
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